Non è raro vedere ai bordi delle strade calcinacci abbandonati, residui di intonaco, laterizi e cemento armato, che non solo sono dannosi per l’ambiente ma anche potenzialmente pericolosi per la salute umana, tant’è che sono classificati come rifiuti speciali, e come tale vanno convogliati in apposite discariche o siti di trasformazione, e non certo, alla stregua dei comuni rifiuti urbani, nei cassonetti della spazzatura!
Anche perché, essendo il trattamento delle macerie prodotte dalla distruzione o dall’abbattimento di strutture e impianti normato dal D. leg. del 5 aprile 2006, n. 186, sono previste delle multe nel caso in cui lo smaltimento dei rifiuti edili non avvenga secondo quanto previsto: sanzioni che puniscono l’abbandono illegittimo con cifre che vanno da 105 a 620 euro (ridotte fra i 25 e i 150 euro se i rifiuti non sono ingombranti né pericolosi), e nel caso in cui si tratti di imprenditori o di titolari di aziende edili, oltre alla pena pecuniaria, c’è anche il rischio dell’arresto fino a due anni.
La precisazione di cui sopra è indispensabile, dal momento che la legge attribuisce la responsabilità dello smaltimento delle macerie edili a colui che materialmente le produce, che può essere il singolo cittadino in caso di lavori svolti in proprio, o l’azienda costruttrice che gestisce il cantiere.
Rifiuti edili che per la maggior parte sono costituiti da materiali inerti, e che, fatta eccezione per la terra e le rocce da scavo (che non sono considerate rifiuto e, pertanto, a meno che non siano contaminate, vanno riutilizzate per rinterri, lavori di giardinaggio o riempimenti), sono classificati come rifiuti speciali e vanno conferiti in discarica o, se possibile, ad idoneo impianto di trasformazione (a meno che non si tratti di piccole quantità, per cui possano essere condotti alle Isole Ecologiche competenti, ma solo se previsto dal loro piano di raccolta differenziata).
E nemmeno si può pensare di organizzarsi autonomamente per il trasporto, giacché la normativa impone che la raccolta delle macerie venga effettuata da apposite ditte, iscritte all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali, alle quali si conferisce incarico compilando una specifica modulistica, e che a loro volta hanno l’obbligo di produrre un formulario, nel caso in cui la quantità di rifiuti edili trasportati superi i 30 chili (o litri) al giorno, dal quale si evinca:
- nome ed indirizzo del produttore dei rifiuti;
- origine, tipo e quantità dei rifiuti;
- impianto di destinazione;
- percorso da seguire per arrivare all’impianto;
- nome ed indirizzo del destinatario.
Tutto questo al fine di rendere sempre tracciabili e individuabili i rifiuti e coloro che ne sono responsabili.
E tutto questo a sua volta nell’ottica di una diminuzione dell’incidenza socio-ambientale delle attività umane: da ciò deriva la logica del riciclo che non solo, come anticipato, dovrebbe indurre a riadoperare terra e rocce da scavo, ma anche a selezionare i calcinacci per grandezza e dimensione al fine di sottoporli ad alcuni processi (come polverizzazione, separazione e selezione dei materiali e recupero degli elementi nocivi) alla fine dei quali le parti riciclabili verranno riutilizzate e il resto smaltito negli impianti ad hoc.
Ma a quanto ammonta il costo per lo smaltimento dei rifiuti edili?
Se ci si serve delle isole ecologiche (per non più di 30 kg di macerie) lo smaltimento è gratuito, se invece le quantità aumentano e si contattano ditte specializzate nel ritiro e smaltimento di materiali di risulta dei lavori di edilizia allora bisogna preventivare dai 15 ai 20€/mq per lo smaltimento dei calcinacci e dai 50 ai 100€ per il trasporto.